Akerenthia (il suo antico nome greco) o Cerenzia Vecchia (il nome usato oggi dagli abitanti di Cerenzia “nuova”). Siamo nella provincia di Crotone.
Con gli scavi portati avanti da parte di docenti e studenti dell’Università della Calabria tra il 1998 – 99, furono rinvenuti sia frammenti di vasellame protostorico, della media età del Bronzo e prima età del Ferro, sia ceramiche di età ellenistica. E’ probabile che l’antica città fosse fondata dagli Enotri ed ebbe il nome di Acherontia per l’omonimo fiume che oggi si chiama Lese. Nel IX secolo si stanziarono i bizantini per difendersi dalle incursioni e favorirono il rito greco. Così si ebbe una città fortificata. La peste del 1528 decimò la popolazione. Ad aggravare la situazione contribuirono i terremoti del 1638 e 1783. Le condizioni igieniche sanitarie divennero molto difficili anche per lo scarso approvvigionamento di acqua potabile che fu causa di ulteriori epidemie. A seguito di tutto ciò Cerenzia Vecchia fu completamente abbandonata nel 1844. Akerenthia fu sede Vescovile dall’VIII al XVII secolo, cioè per ben 9 secoli. Esistevano 7 chiese e gli abitanti erano circa 7.000. Un importante edificio da visitare è la Cattedrale che fu dedicata al martire San Teodoro di Amasea, di cui è ancora visibile la struttura a 3 navate. San Teodoro era un soldato romano, vissuto nel III secolo. Fu bruciato vivo per aver rifiutato di sacrificare agli dei. Esiste anche una leggenda che narra come il santo riuscì ad uccidere il terribile drago che viveva in una grotta di Cerenzia Vecchia, liberando il paese!
Nelle foto, oltre al borgo antico, ho fotografato un Crocifisso ligneo barocco del XVII – XVIII secolo, che proviene da Cerenzia Vecchia e si trova nella Chiesa di San Teodoro di Cerenzia (Kr).