La sede del parco della Sila si trova a Lorica, mentre il perimetro coinvolge territorialmente tre delle cinque province calabresi, la provincia di Catanzaro, la provincia di Cosenza e la provincia di Crotone. Il simbolo del parco è il lupo. La Sila è costituita principalmente da faggete e pinete del tipico pino silano (Pinus nigra laricio). Nelle sue vallate è praticata la pastorizia. L’agricoltura è legata soprattutto alla coltivazione della patata della Sila (I.G.P.).La Sila si divide in Sila Greca, Sila Grande e Sila Piccola. La fascia della Sila Piccola inizia dal lago Ampollino. Si tratta di un lago artificiale. L’inizio delle costruzioni dello sbarramento iniziarono nel 1916 e terminarono nel 1927. Alla sua inaugurazione prese parte il Re Vittorio Emanuele III. Questo lago ha una caratteristica particolare, infatti bagna tre diverse provincie: quella di Cosenza, quella di Crotone e quella di Catanzaro. Fu il primo invaso artificiale ad essere realizzato in Sila. Ha una ricca fauna e flora. Furono ritrovati reperti dell’età del bronzo e dell’epoca romana alle sue rive. Il Monte Botte Donato (1.929 m) il più alto monte della Sila. Si trova nella Sila Grande. In Sila furono rinvenuti reperti che risalgono alla fine del Neolitico (3800 a.C.). L’abitato preistorico sorgeva nei pressi dell’attuale lago artificiale Cecita. Sono stati ritrovati reperti quali scodelle, olle, asce litiche, lame in selce e ossidiana, ma anche i resti di un “Elephas antiquus” nel 2017. Si tratta di una specie estinta di elefante, vissuta nel Pleistocene medio e superiore (all’incirca da 550.000 a 70.000 anni fa), un elefante dalle zanne dritte. Una ricerca che spinge l’architetto Domenico Canino ad avvalorare la sua tesi sull’elefante di Campana (CS). I coloni greci utilizzarono la Sila come luogo di caccia e pastorizia. Le aree del Parco furono sfruttate per l’abbondanza di pece e legname già in epoca romana. I Bruzi attraversarono la Sila per rifugiarvisi e per ingaggiare guerriglie contro i coloni greci. Nel 1189 l’abate Gioacchino da Fiore fondò una grande abbazia, nella zona prima abitata dai Longobardi, attuale Carlopoli (CZ).Molte sono le riserve naturali, come i Giganti della Sila, 56 alberi di notevoli dimensioni ed età (dai 2 ai 6 metri di circonferenza, alcuni hanno più di 350 anni di età) 50 alberi sono di pino Laricio mentre vi sono anche 5 piante di acero montano, oltre che faggete e castagni di varie dimensioni. Ci sono recinti faunistici dove vengono “ospitati” esemplari di capriolo, cervo, daino, lupo e muflone. Esiste inoltre un orto botanico ed un giardino ecologico molto ricco di esemplari floreali.