Un affascinante borgo medievale racchiuso da una cinta muraria, due porte di accesso e otto torri possenti.
Ho avuto la stessa sensazione di quando varcai la soglia della porta di accesso di Volterra (PI), in Toscana.
Il territorio di Cariati (CS) è molto antico. Fu abitato dai Bruzi. Testimonianza è la tomba bruzia. Cariati fu anche un accampamento militare romano e successivamente una fortificazione bizantina, della quale rimane l’impianto urbano ed alcuni termini, quali Porta “Pilè” che deriva dal greco e significa “porta” ed il nome stesso del borgo, Cariati, che probabilmente deriva da “Karyai”, una località della Laconia, regione storica dell’antica Grecia. La cinta muraria munita di porte e torri risale al periodo aragonese, ma numerosi sono le modifiche ed i rifacimenti eseguiti nei secoli successivi. Da visitare, oltre alla cattedrale, è la chiesa dell’Osservanza, di stile tardo-gotica, oggi inglobata nel cimitero. Un tempo era adiacente il convento degli Osservanti, del quale rimane solo l’arco di accesso. Visitarono Cariati due grandi viaggiatori, l’incisore Jean-Claude Richard de Saint-Non, meglio noto come Abate di Saint-Non (Parigi, 1727 – 1791) e lo scrittore inglese Henry Swinburne (Bristol, 1743 – Trinidad, 1803). Cariati fu visitato anche dal letterato campano Cesare Malpica (Capua, 1804 – Napoli, 1848), dall’umanista scozzese Craufurd Tait Remage (Annefield,1803 – Wallace Hall, 1878) e dall’artista Maurits Cornelis Escher (Leeuwarden, 17 giugno 1898 – Laren, 27 marzo 1972).