di Paolo Ierullo (TORONTO)
‘Lu cumbitu’ è una parola dialettale vallelonghese, che significa ‘convito’ cioè un invito ad un banchetto. ‘Lu cumbito’ è una tradizione che i vallelonghesi hanno tramandato da famiglia a famiglia, secolo dopo secolo. Quest’usanza è abbinata alla festa di San Giuseppe, il 19 di marzo. ‘Lu cumbitu’ era organizzato dalle famiglie più benestanti, per voto e devozione a san Giuseppe. Comunemente ogni convito è composto di tre convitati che rappresentano la Sacra Famiglia: San Giuseppe, la Madonna e Gesù Bambino, oppure di cinque invitati aggiungendo San Gioacchino e Sant’Anna. Alcune famiglie
organizzavano più di un convito durante la giornata di San Giuseppe, uno per pranzo e l’altro per cena,
oppure un convito con sei o dieci invitati. Abitualmente s’invitavano i più bisognosi, scelti tra amici, parenti o vicini di casa. Per tradizione sulla tavola vengono portate 13 cibi da essere consumati. È anche usanza non mangiare la carne il giorno di San Giuseppe, perciò, i piatti caldi erano preparati con il sugo di baccalà e stoccafisso; I ceci con finocchio, per abitudine, si servivano per primo piatto, seguiti dai fagioli con la pasta e verdure e baccalà fritto. Poi si continuava con le zeppole, le frittelle con le sarde
(li viecchi), il dolce tradizionale (li nacatuli), frutta secca. Ricordo ancora oggi che Teresa Suppa (mbrosa), ogni anno m’invitava a casa sua per fare parte dei convitati. Il giorno di San Giuseppe ci recavamo in chiesa per la messa. Finita la cerimonia religiosa andavamo dove eravamo invitati e prima del
pasto si pregava.
Tutti recitavamo la preghiera di San
Giuseppe:“O San Giusieppi
chi siti lu patre,vui siti Vergini
cuomu la matre! Maria la
rosa, Giusieppi lu gigghiu!
Dunatini aiutu,riparu e cunsigghiu.
O San Giusieppi no
ni abbandonati, alli bisogni
ammu ni aiutati. Lodatu
sempe sia lu nuomu de Jesu,
Giusieppi e Maria.”
A Toronto i vallelonghesi i primi
decenni hanno continuato quest’antica tradizione dedicata
a San Giuseppe. Purtroppo “lu cumbitu” di San Giuseppe
è scomparso. Sono rimaste solo le zeppole e le frittelle con
le sarde che ancora per devozione si preparano in molte
famiglie emigrate per farle assaggiare ai loro nipoti.