Un appuntamento all’insegna della cultura, un momento emozionante che vede riconosciuto l’impegno, la voglia di riuscire e di affermarsi non solo nel mondo della scuola quale docente di latino e greco, ma anche nel mondo della ricerca universitaria. È questo il motivo, in sintesi, del riconoscimento alla professoressa Martina Soriano della frazione di Piscopio, da parte dell’Amministrazione Comunale di Vibo Valentia presieduta dal sindaco Maria Limardo. A darne la motivazione è stato il presidente del Consiglio Comunale, alla presenza della IV commissione, Roschetti Antonino il quale ha tracciato la figura della giovane professionista laureata con il massimo dei voti e la lode presso la Sapienza di Roma che, a sua volta, l’annovera tra le “Eccellenze” nello studio di queste lingue. Un riconoscimento che ha ricevuto in sede plenaria presso l’aula magna dell’università Romana (tra le migliori al mondo per lo studio delle materie letterarie). Su oltre diciottomila partecipanti solo 400 hanno raggiunto l’ambita pergamena, ma anche di essere convocata all’interno dell’ateneo per lezioni di alto profilo (nei prossimi mesi proprio alla Sapienza terrà una magistralis su Orazio). A seguire nella giornata di ieri, 28 aprile, è stata il sindaco Maria Limardo che ha maggiormente esaltato la figura di questa giovane concittadina che riempie di orgoglio la città e l’intera provincia. “Una docente che si è formata al Liceo “Morelli della città” diretto da dirigente Lele Suppa – ha detto la sindaca – luogo storico della cultura vibonese”. A seguire l’attesa lectio magistralis della professoressa Soriano centrata su: dalle nostre radici al nostro futuro: il mos maiorum (usanza, costume degli antenati che fu il nucleo della morale tradizionale della civiltà romana) è ancora oggi instrumentum regni” anche perché esso esprime Il costume è l’usanza dei padri, ossia la memoria degli antichi relativa soprattutto a riti e cerimonie dell’antichità. Completamente a braccio, la professionista con elevata padronanza di argomentazioni ha calamitato i presenti nella sala consiliare attraverso l’idea stessa del significato del “mos” attraverso Catone, Cicerone, Augusto e Lucano con segmenti scelti riportando l’idea antica alla radice unica di appartenenza politica, sociale e religiosa, ma anche comportamentale dell’ide di civiltà e comportamento, di famiglia e stato nei relativi ruoli non di subalternità ma di valori che non devono mai essere calpestati, che non devono mai essere in contrasto tra di loro, mai essere assoggettati a sistemi che vanno verso la corruzione e la corruttibilità, l’affarismo e il “mal de vivre”. Il costume, la tradizione devono essere elementi a beneficio della crescita dei cittadini, del popolo di una nazione. Insomma, la professionista ha focalizzato la narrazione verso un attualismo che deve guardare al passato per mantenere l’idea sana del “costume” da proiettarsi come nuova proposta generativa di benne in un dualismo in cui esso è espressione di virtuosismo e parsimonia. Con esempi sempre centrati, nella sua narrazione, la Soriano, alla presenza dei genitori fortemente emozionati il medico Gaetano Soriano e la Signora Immacolata Labella, ha attualizzato questi autori classici anche nell’attuale situazione della guerra in Ucraina anche attraverso l’immagine plastica virgiliana riproponendo la fuga di Enea, “il quale non fugge da solo – ha detto la docente – ma insieme al figlio al padre che si caricò sulle spalle” lettura multipla della saggezza del passato delle necessità presenti e della proiezione futura che se non legate nella giusta visione il rischio è di perdersi in un mondo in cui manca l’anima e spesso non si avverte più nemmeno il senso dell’umano in quanto immerso in un virtualismo che lo travolge e lo proietta nel baratro. In conclusione, dopo un lungo applauso a scena aperta, la sindaca consegna una targa di Riconoscimento a nome dell’intero Consiglio Comunale quale gratitudine per una eccellenza tutta vibonese. Pino Cinquegrana
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