Dal 13 maggio il Museo Archeologico Nazionale di Locri riapre le porte. Rinnovato con una sede adeguata ai moderni standard di sicurezza e accessibilità, accoglie i visitatori con un nuovo allestimento. Dopo un articolato cantiere, complicato dalla pandemia, il luogo simbolo della cultura locrese sarà nuovamente godibile con la piena fruizione di tutte le sedi espositive del Parco Archeologico Nazionale.
L’inaugurazione è prevista il 13 maggio, alle ore 17.00, con la cerimonia istituzionale alla quale parteciperanno i rappresentanti del Ministero della Cultura e degli enti territoriali e gli addetti ai lavori. Il 14 e il 15 sarà dato ampio spazio ai visitatori: visite guidate, incontri con le associazioni e la “Notte dei Musei” promossa dal Ministero della Cultura, offriranno un’esperienza unica di condivisione culturale e di bellezza.
Il Museo archeologico nazionale di Locri diretto da Elena Trunfio, fa parte della Direzione regionale Musei Calabria guidata da Filippo Demma. Ѐ uno dei più importanti musei della Calabria perché luogo rappresentativo della cultura magnogreca della Locride e dell’Italia meridionale e la sua rinnovata apertura sarà anche un momento di grande partecipazione per tutto il territorio e di divulgazione del patrimonio archeologico calabrese per tutto il Paese. Il progetto del Museo è il frutto della collaborazione tra le diverse competenze del Ministero della Cultura e promosso dal Segretariato Regionale del MiC per la Calabria diretto da Salvatore Patamia, è il risultato di sinergie e azioni dei funzionari della Direzione Regionale Musei Calabria, della Soprintendenza di Reggio Calabria e del Segretariato Regionale. Un progetto, complesso sia dal punto di vista tecnico che logistico a causa del lockdown, che è il primo passo per un processo di rinnovamento e adeguamento ai più alti standard di accessibilità per l’intero Parco Archeologico.
I lavori di restyling, di ampliamento, di miglioramento strutturale, impiantistico e della qualità energetica effettuati hanno offerto l’opportunità di incrementare la superficie destinata all’esposizione e di ripensare in chiave innovativa l’allestimento espositivo. La nuova configurazione degli spazi e le conseguenti modifiche distributive introdotte dal progetto hanno consentito un’organizzazione funzionale e flessibile pronta ad accogliere nuove acquisizioni e ad aggiornarsi coerentemente con gli sviluppi della ricerca. Il Museo Nazionale Archeologico e il Parco archeologico di Locri Epizefiri sono attrattori culturali di rilevanza strategica del sistema museale regionale.
Antiche civiltà hanno lasciato testimonianze nei tanti antichissimi siti della Calabria nell’attesa di aprirsi al mondo. E così il nuovo allestimento del Museo di Locri si inserisce in una forte azione di riapertura di luoghi della cultura da parte della Direzione Regionale Musei Calabria che in collaborazione con il Segretariato Regionale per la Calabria ha aperto al pubblico e reso accessibili anche il Museo archeologico di Gioia Tauro e il Museo archeologico di Capo Colonna.
La storia di Locri Epizefiri è millenaria. Inizia con l’arrivo tra l’VIII ed il VII secolo a.C. di un nucleo di coloni provenienti dalla Locride, una regione povera della Grecia che si sviluppa lungo l’arco dei secoli.
È una storia ricca di storie: dallo splendore dell’età arcaica e dall’alleanza con Siracusa al duro impatto con il mondo romano; dalla nuova dimensione positiva di Municipium all’inevitabile declino che la porterà a trascinarsi fino al X sec. d.C., quando le sempre più violente invasioni saracene spinsero gli ultimi abitanti della zona a rifugiarsi sulle vicine montagne dove contribuirono allo sviluppo di un’altra città.
Il sito archeologico dell’antica Locri Epizefiri si trova nella provincia di Reggio Calabria, a pochi chilometri dal luogo in cui sorge la moderna Locri. Non è, però, il luogo nel quale i primi coloni greci sbarcarono. Essi, infatti, approdarono dapprima nella baia adiacente capo Zefirio (antica denominazione del promontorio, oggi chiamato capo Bruzzano), per poi spostarsi, dopo alcuni anni, verso nord, dando luogo alla fondazione della città vera e propria sul colle Epopis. Locri si presenta come un ampio insediamento dalla rigorosa articolazione spaziale interna, segnata dal reticolo ortogonale delle strade, racchiuso da una poderosa cinta di mura e circondato da importanti santuari. Contemporaneamente allo studio e alla pubblicazione delle parti esplorate, si sono sviluppate ricerche dedicate all’ingente mole di reperti rinvenuti, attraverso le quali è stato possibile ricostruire il complesso quadro economico della città antica. Locri era infatti inserita in un’ampia rete commerciale, come mostrano le numerose importazioni da tutto il Mediterraneo.