Si sta facendo strada ogni giorno di più una politica di valorizzazione dei borghi, e recentemente alcuni imprenditori soprattutto giovani (e perfino stranieri) hanno acquistato anche borghi spopolati del tutto o in parte, per rivitalizzare con la presenza di piccole comunità attive luoghi bellissimi e affascinanti, ma che rischiano di cadere in rovina in modo irreparabile.
Il Touring Club ha lanciato, a livello nazionale, un marchio di qualità certificata che si chiama “bandiera arancione” (paragonabile alla bandiera blu delle spiagge): un riconoscimento di qualità turistica e ambientale che viene conferito dal Touring Club Italiano ai piccoli borghi dell’entroterra italiano, fino ad un massimo di 15.000 abitanti, che si distinguono per un’offerta di eccellenza e un’accoglienza di qualità.
L’idea è nata nel 1998 a Sassello in Liguria, per promuovere e valorizzare anche l’entroterra e non solo le spiagge.
Il Touring Club Italiano sviluppò un modello di analisi per individuare le prime località meritevoli.
I borghi premiati attualmente sono 222 e godono di promozione e riconoscimento internazionale anche attraverso l’Organizzazione mondiale del turismo, che è una organizzazione delle Nazioni Unite e che diffonde i messaggi di offerta turistica in tutto il mondo.
Nel 2002 i primi borghi con “bandiera arancione” hanno dato vita alla Associazione dei Paesi Bandiera Arancione.
Per il momento ha solo sei borghi con bandiera arancione. Essi sono: Bova e Gerace, di Reggio Calabria, Taverna di Catanzaro, e infine Civita, Morano Calabro e Oriolo di Cosenza.
Troppo poco per una regione ricchissima di questo tipo sempre più attuale e futuro di abitato. Sembra che i più ricchi, soprattutto grazie allo smart working, si compreranno i borghi come residenza: per vivere in una pace assoluta, con la bellezza dell’ambiente e dell’aria pura, lontano dal traffico e dai mass media, quasi come la moda degli anni Ottanta e Novanta, nei quali i ricchissimi e i famosi si compravano piccole isole (come ad esempio Marlon Brando). Ma l’idea ora non funziona più, perché va bene essere “isolati” e isolani, ma quando troppo è troppo: il borgo presenta una umanità semplice, non impicciona, fatta quasi solo di donne e uomini anziani, gentili e poco aggressivi e poco rompiscatole.
Prof. Romano Toppan Docente di Economia del Turismo e della Cultura
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