Testa in marmo del I – II secolo d.C. proveniente da Catanzaro Lido?
Apparteneva ad una statua che raffigurava una imperatrice romana. Fu rinvenuta nel luglio del 1879 presso la foce del fiume Corace.
Si trova nel Museo Archeologico e Numismatico di Catanzaro, Villa Margherita.
Il fiume Corace che affianca Catanzaro Lido sfociando nel Mar Ionio, nasce al di sopra del borgo Bianchi (CS) percorrendo 48 km tra valli e gole. Non ebbe sempre questo nome. In passato, secondo alcuni storici, si chiamò Crotalo o Crotalus o Corachi o Carcinus o Carcino. Il nome deriva dal greco “Korax” che significa “corvo” o anche “corvolo”, un pesce nero, oppure deriva dal greco “Corakinos” (in latino Carcinus), che significa “corvino”. Lo storico Luigi De Siena formulò l’ipotesi che il rumore del fiume Crotalo, ricordasse il suono del serpente omonimo o il suono delle nacchere suonate per la dea pagana Cibele, chiamate crotoli. Nel Museo archeologico di Candia, Creta, vi è la raffigurazione della dea della fertilità con due serpenti (crotoli) tra le mani, usati come nacchere, risalente al 1600-1580 a.C.
Sempre secondo il De Siena, sul fiume Corace, nella parte a valle di Gagliano, vi era un porto fluviale in cui vi arrivavano sia le merci provenienti dall’istmo, sia i prodotti delle zone poste a nord e bagnate dal fiume Corace. Secondo Plinio, il Corace era navigabile da piccole imbarcazioni e secondo Giovanni Fiore il fiume era temuto dalla gente per le sue acque impetuose. Fu sfruttato da popoli antichi quali Bretti, Punici, ecc., per scendere dai monti Silani e raggiungere la sua foce sul Mar Jonio e le antiche città che vi gravitavano intorno. Altri studiosi attribuirono il nome Crotalus al fiume Alli e il nome Carcinus al fiume Ancinale, il cui nome antico è meglio noto come Cecino. Si pensò pure che il Crotalo potesse essere legato a Crotone per l’assonanza etimologica dovuta ad una eventuale espansione territoriale dei Crotonesi fino a Skilletion.
Dal fiume Crotalo prese probabilmente nome una città di una certa importanza, “Crotalla”. Non vi è certezza se questa città occupasse l’attuale zona della Marina di Catanzaro. Alcuni storici, quali Ecateo e Polibio, la nominarono nei loro scritti. Secondo Polibio, Crotalla si trovava proprio nell’attuale Marina. Il Berkley affermò che Crotalla si trovasse presso la riva del fiume Corace. Secondo altri studiosi, Catanzaro Lido poteva essere una borgata di Crotalla o da essa dipendente o fece parte di essa. Crotalla probabilmente mutò in seguito il nome in Carcino e fu distrutta in tempi molto remoti, forse dai Cartaginesi o dai Saraceni, come affermarono Barrio e Marafioti. Crotalla fu comunque abitata da Greci Bizantini che si ritirarono sul colle Zarapotamo (attuale quartiere S. Maria) e sul colle Triavonà (attuale Catanzaro) durante l’invasione dei Saraceni, la stessa sorte capitata agli abitanti di Catanzaro Lido. Si attesta che questo spostamento sia avvenuto intorno al secolo VIII d.C. per gli abitanti di Paleopoli (nuovo nome attribuito alla colonia romana Minervia Augusta Scolacium, ora scomparsa) ed in una bolla papale scritta tra il 1800 ed il 1900, la città di Crotalla venne chiamata Paleopoli. Testimonianza di un vissuto remoto sul colle Zarapotamo è la chiesa di S. Maria di Zarapotamo situata in S. Maria di Catanzaro. Sotto la sua costruzione si trovano ruderi di una villa tardo-antica, di un luogo di culto con una necropoli, e poi di un monastero italo-greco, tutto ciò è racchiuso in un arco di tempo che va dal IV al XII secolo.