Spesso la città per eccellenza occupata dall’emigrazione italiana è New York, la Grande Mela, la terra promessa per milioni di calabresi e non solo. New York è stato senza ombra di dubbio uno dei porti più frequentati dagli italiani tra la fine del 1800 e la metà del Novecento, ovvero fino alla chiusura di Ellis Island (12 novembre 1954). New York ha rappresentato il Sogno Americano, quello che ogni emigrato viveva fino all’arrivo nella terra promessa. L’influenza europea della città, iniziò nel 1504 con lo sbarco alla Upper Bay, di Giovanni da Verrazzano, un navigatore italiano alle dipendenze del Re di Francia Verrazzano descrisse il fiume fin dentro la baia, compresi gli indigeni che incontrò, ornati di piume di uccello e di carattere molto ospitale e allegro. Risalì soltanto per un brevissimo tratto nell’entroterra, battezzato come Terra Francesca, ma si ritiene che l’esploratore non abbia proseguito ulteriormente, ma abbia invece invertito la rotta all’altezza del luogo in cui attualmente sorge il ponte di Verrazzano, dove fece quindi vela di ritorno per l’Oceano Atlantico, per proseguire l’esplorazione verso l’attuale Nouvelle-Écosse (Nuova Scozia).
La storia della città di New York è molto estesa ma lo sviluppo arriverà solamente sul finire del XIX° secolo con l’arrivo degli emigrati italiani. Nel 1898 venne formata la moderna città di New York, tramite l’accorpamento di Manhattan con la città, fino ad allora indipendente, di Brooklyn e con alcune aree esterne. Ogni forma di governo locale venne abolita e i loro poteri attribuiti al neonato organismo municipale, che venne chiamato Greater New York. Nel periodo fra il 1899 e il 1914 vennero create le cinque contee che oggi costituiscono la municipalità di New York: Kings, New York, Bronx, Queens e Richmond. Gli emigrati italiani approdavano nel vicino isolotto di Ellis Island, dove erano situati gli uffici di registrazione anagrafica dei nuovi abitanti che via via, andavano a popolare i quartieri, andando così a far nascere dei veri e propri sobborghi etnici nello stesso tessuto urbano come, ad esempio, italiani a Little Italy nella Lower New York. L’area fu divisa in varie parti con i calabresi e i pugliesi che si stabilirono a Mott Street.
Dalla metà del Novecento gli emigrati italiani hanno iniziato a trasferirsi in altri quartieri cittadini più periferici e da allora l’estensione di Little Italy è andata quindi sempre più riducendosi. Oggi, Little Italy confina a sud con un altro famoso quartiere di immigrati, Chinatown. Il quartiere cinese ha ormai assorbito buona parte di quella che una volta era Little Italy, compresa Mott street. Allo stesso modo a nord, in prossimità di Houston Street, l’area una volta occupata da Little Italy ha perso il suo aspetto tipicamente italiano. La parte circostante Mulberry Street, lungo la quale si allineano i negozi italiani (in particolare i ristoranti), tra Broome Street e Canal Street, è quello che rimane della Little Italy di Manhattan. Pochi italiani risiedono ancora a Little Italy, il resto, come in altre città del mondo si è integrato con il resto delle diverse comunità.
Oggi New York continua a reincarnare Il Sogno Americano, la città dove ogni giovane vorrebbe vivere. Si continua a svolgere il Columbus day e altre feste italiane molto conosciute. Anche se sparpagliata, la comunità calabrese continua a essere presente in varie organizzazioni sociali.