Ultima puntata della seconda edizione de Il Sogno Americano, la rubrica di kalabriatv.it dedicata all’emigrazione e curata dall’antropologo Pino Cinquegrana. Un viaggio ricco di storia, così come quello dello scorso anno, culminato con la pubblicazione di un volume. Sarà lo stesso anche quest’anno, con gli autori Pino Cinquegrana e Nicola Pirone che hanno voluto mettere in risalto il mondo dell’emigrazione italiana e soprattutto calabrese. In questa edizione si sono messi in risalto musei e monumenti dell’Emigrazione dalle Americhe in Calabria. Se da un lato i musei ripercorrono e conservano le memorie degli emigrati fatti di difficoltà e spaesamenti, di sofferenze e melanconie; dall’altro lato tutta una serie di oggettistica, di immagini, di lettere, della nuova integrazione rappresentano un mondo sociale e politico, economico e religioso che nell’insieme proiettano mentalmente un secolo di storia in cui non sono mancati problemi con la giustizia a causa della non conoscenza della lingua e delle leggi del nuovo paese di arrivo.

I musei ripropongo quella lettura complesse che vide l’emigrazione come il fenomeno che coinvolse chi ha cercato l’America come il periodo febbrile dei cercatori d’oro con l’unico scopo di cambiare le proprie vite che ai propri paesi sarebbero segnate per sempre. Bauli, fotografie, documenti, lettere, oggetti vari, micro video, ricostruzioni del viaggio sulla nave, rivelano l’essere stati e quanto si aspettavano dalla nuova patria: lavoro e dignità, opportunità e cambiamento. I musei dell’emigrazione presentano tutta una serie di conoscenze che hanno segnato i territori di partenza e quelli di arrivo ancora da approfondire a livello sociologico, antropologico, storico, politico e religioso, per cui solo un adeguato percorso di studi può stimolare la ricerca della disciplina che ha cambiato il volto dei popoli dalla fine del Settecento fino agli anni Settanta del Novecento.

Le sale museali di Ellis Island, di Philadelphia, di quello canadese, di Buenos Aires, dell’Illinois, di Melbourne presentati all’interno di questa seconda edizione presentano le vicissitudini della paesanità e dei ritmi del nuovo mondo, ci si passa da un ambiente all’altro in silenzio quale doveroso riconoscimento a tanta umiltà che divenne orgoglio, ricchezza, e per certi versi risvegliò un nuovo umanesimo. Questi luoghi non rappresentano solo un’idea, ma generano cultura, conoscenza, pongono interrogativi alimentando così riflessioni multiple e, in questo senso, i musei dell’emigrazione diventano sintesi della storiografia pre e post unitaria di uomini e donne, famigli intere con il sogno di cambiare e la speranza di una new way of life.


Una storia che continua con le numerose opere monumentali che rendono immortale la grandezza di uomini e donne, al paese e nelle Americhe, essi divengono il simbolo del più grande evento globale che cambiò le sorti dei popoli, fu il nuovo Risorgimento che cambio e diede vita a processi identitari nuovi. Il monumento all’emigrato come quello dedicato a Mazzini o Garibaldi o altre figure nazionali è esplicito di narrazione, testimone di un tempo che con la sua rivoluzione silente fatta con valigie di cartone, e cassapanche, semplici sacchi pieni dei sapori della propria terra cambiarono le sorti anche della patria adottiva. L’opera è sostenuta di
documenti e immagini originali, con la partecipazione di comunità e singole famiglie di emigrati italiane. Ora ci sarà da attendere l’autunno per l’uscita della seconda edizione del libro.

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