È difficile dare una datazione certa della fondazione del complesso monastico di Santa Chiara di Crotone in quanto molti documenti sono andati dispersi.
È comunque documentato che esisteva un’abbazia di Santa Chiara prima del 1458 (secondo alcuni esisteva già nel 1390 circa), in quanto la comunità delle Clarisse si era estinta e con ordine papale (bolla di Papa Pio II) dovevano trasferirsi qui i Domenicani. Secondo alcuni studiosi, i Domenicani non frequentarono mai questo monastero.
Probabilmente non venne eseguito l’ordine papale in quanto fu impedito da parte degli aristocratici, sotto il cui patronato era l’abbazia.
In questo monastero infatti, dimoravano le figlie degli aristocratici, com’era per tradizione.
Secondo altri invece,
la presenza dei Domenicani è testimoniata dalla presenza di due tele, raffiguranti San Vincenzo e San Domenico, poste in alto nelle lunette del presbiterio.
Si dice che il monastero venne probabilmente ricostruito tra il 1481 – 1488. Fu nuovamente frequentato dalle Clarisse ma fu sospeso nel 1785 e i beni furono affidati e amministrati dalla Cassa Sacra. Fu di nuovo abitato dalle monache, ma dopo l’Unita d’Italia ci fu il declino e l’abbandono del monastero.
Ma chi era Santa Chiara?
Nacque nel 1194 dalla nobile famiglia degli Offreducci. Quando Francesco d’Assisi si spogliò di tutti i vestiti per restituirli al padre Bernardone, lei aveva 12 anni. Chiara fu conquistata dall’esempio di Francesco e sette anni dopo, la sera della Domenica delle Palme del 1211 o 1212, fuggì da casa per raggiungerlo alla Porziuncola. Il Santo le tagliò i capelli e le fece indossare il saio francescano, per poi condurla al monastero benedettino di S.Paolo, a Bastia Umbra, dove il padre tentò invano di persuaderla a ritornare a casa. Si rifugiò allora nella Chiesa di San Damiano, in cui fondò l’Ordine femminile delle «povere recluse» (chiamate in seguito Clarisse) di cui venne nominata badessa e dove Francesco dettò una prima Regola. Chiara scrisse successivamente la Regola definitiva chiedendo ed ottenendo da Gregorio IX il «privilegio della povertà».
Dopo soli due anni dalla morte, papa Alessandro IV la proclamò santa.
Entrando nella chiesa di Santa Chiara di Crotone lo sguardo viene subito catturato dalle grate di legno in alto a sinistra del 1700 e dal coro, sempre in alto e nella parte posteriore della chiesa. È qui che le monache passavano la maggior parte del loro tempo. Attraverso le grate potevano partecipare alla Celebrazione Eucariatica. In passato, l’antico organo del 1700 si trovava qui, ora è sistemato sul pulpito all’ingresso della sacrestia.
Per ricevere la Comunione Eucaristica, le monache, attraverso un passaggio interno, giungevano al “comunichino” dietro l’altare, dove il sacerdote attraverso una porticina le comunicava.
Nel chiostro interno esiste una cisterna puteale, cioè munita di balaustra di protezione chiusa attorno al foro, datata 1616. Nel 1972 la cisterna fu trasformata in cappella dai Frati Francescani. Si dice che gli archi a tutto sesto presenti nel chiostro antico sono realizzati con pietra dell’antica Kroton.
A causa dei vari terremoti, il complesso monastico fu più volte rimaneggiato.
Il pavimento della chiesa risale al 1700.
Dal chiostro interno si accede al parlatorio, diviso in due zone, pubblica per i fedeli e privata per le monache. Al centro della parete, fra le due zone, vi è la famosa “ruota” utile per il passaggio dei beni materiali.
Nel monastero è conservata una tela della Madonna di Capo Colonna che risale al 1600. Si tratta di una riproduzione del dipinto originale, eseguito prima che quello originale fosse sottoposto al restauro.
Oggi, il complesso monastico è in parte utilizzato dalle Suore del Sacro Cuore e ha sede l’Ufficio dei Beni Culturali.
Il giorno in cui l’abbiamo visitato, ospitava una bellissima mostra degli allievi del Liceo Artistico di Crotone.
Abbiamo potuto visitare il complesso monastico grazie alla gentile disponibilità di Don Giovanni Barbara e alla guida di Eugenio Tomaino che con grande passione ci ha spiegato tante cose.