L’oggetto folklorico, l’attenzione storiografica, ritualità e magia, la festa è la tradizione religiosa di richiamo ai sapori, ad una cucina millenaria che trova le sue radici in culture diverse: arabe, greche, romane, ebraiche che nell’insieme danno una dimensione dei paesi di Calabria completamenti diversi persino nelle parlate in espressioni per identificare oggetti e costumanze, lettura etnografica proposta al lettore per mezzo di fotografie narrative di tempi e di spazi, immagini indispensabili per comprendere caratteri, agire sociale, carnevali e corejisime quali tempi morti e tempi di attesa con linguaggi e formule ritualistiche necessari al controllo del tempo, a scandire le stagioni e le circostanze ad esse legate. Tutto questo nell’incantevole volume di Fulvia Gioffré l’illustre Biologa che alla ricerca medica ha voluto comprendere la spiritualità quanto l’animo umano del Calabrase. La ricercatrice nella sua opera “Calabria Nascosta” edizioni Libritalia in oltre duecento pagine impreziosite da fotografie a colori cattura l’attenzione del lettore tra realtà e misteri “un tuffo – scrive la Gioffré – nella memoria dove la magia dei ricordi diventano incantesimo e ci permettono di sentire le emozioni vive e presentiattraverso voci, suoni, momenti”. Ed ecco che in questo tempio sconosciuto l’autrice ci propone narrazioni di flagellanti (quelli di Verbicaro e di Nocera terinese), di antichi arti e mestieri che hanno segnato ogni contrada di Calabria: dalla lavorazione della seta a quella del corallo e dell’oro. La superstizione, il malocchio fino all’ultima magara la cui immagine rende la copertina cartonata la narrazione vera di Cecilia Faragò la cui storia qui narrata farà tanto scalpore da persuadere il re Ferdinando IV ad abolire, nel suo regno, il reato di maleficium. Paragafro dopo paragrafo che vanno a comporre gli otto capitoli del testo tutto prende corpo, sembra persino muoversi per proiezione mentale secondo i linguaggi multipli della Calabria mai conosciuta fino in fondo, mai svelata totalmente dove ancora oggi si ricerca il cedro perfetto per la festa del Sukkot, mentre dall’altro lato il miele millefiori, di sulla, di castagno, d’arancio, di erica custodisce antichi segreti, antiche opportunità persino nella farmacopea. Immagini e testo ci portano fino al bergamotto che nel 2015 – scrive la Gioffré – la Maison Dior è riuscita a creare una fragranza inedita che ha dato vita al Dior sauvage eau de parfum. Il mondo apotropaico, chiese tra antiche rocce, dolci e liquori secondo antiche ricette vanno a chiudere un’opera unica, una preziosità che dischiude i segreti e le storie di un mondo carico di storie e leggende chiamato Calabria.