Un caldo pomeriggio di fine giugno, ho visitato due cavità rupestri di Palermiti (CZ), in compagnia di Giuliano Guido che mi ha condotto sul posto. Raggiungerle non è stato facile in quanto sono collocate ad una altezza di circa 2 metri dal suolo e non esistono gradini, ma solo una parete di terra ed erba da scalare. Comunque, non senza difficoltà, siamo riusciti a salire sfruttando gli arbusti e le sporgenze naturali. La fatica è stata ricompensata nel vedere queste grotte, uniche nel loro genere.
Queste grotte sono state trovate il 27 settembre 2021 da un concittadino di Palermiti, appassionato di storia locale, Renzo Peronaci. Da diverso tempo Peronaci si è messo alla ricerca di queste grotte di cui aveva sentito parlare dagli anziani che le descrivevano come nascondigli per i briganti e rifugi durante la guerra. Ne esistono diverse in zona, ma quelle più significative sono le due che ho visitato e di cui si è parlato nel convegno che si è svolto quello stesso giorno a Palermiti, il 28 giugno.
A moderare la presentazione delle grotte alla comunità scientifica ed ai cittadini è stata l’antropologa Patrizia Giancotti (Italia Nostra Soverato – Guardavalle, presidio Palermiti) e ad intervenire sono stati il sindaco di Palermiti, l’avvocato Domenico Emanuele, l’architetto Stefania Argenti (Soprintendente ABAP CZ – KR), il professore Francesco Cosco (Deputato di Storia Patria per la Calabria), l’archeologo Domenico Benoci, l’archeologo Eugenio Donato (collaboratore esterno SABAP), l’architetto Raffaele Riverso (Consigliere e tesoriere Italia Nostra “Paolo Orsi” Soverato – Guardavalle), Angela Maida (Presidente pro-tempore Italia Nostra “Paolo Orsi” Soverato – Guardavalle) e naturalmente colui che ha fatto la meravigliosa scoperta, Renzo Peronaci.
Un altro motivo che ha spinto il signor Peronaci a cercare le grotte è stato un video su YouTube del 2013 del teologo Don Innocenzo Lombardo, nel quale spiega il significato del nome di Palermiti. Esso deriva dal greco e significa “vecchio eremitaggio”.
Secondo la tesi del prof. Cosco, la seconda grotta potrebbe risalire al VI secolo d.C. ed i graffiti presenti appartengono alla simbologia paleocristiana. L’arte paleocristiana risale ai primi secoli del Cristianesimo e raggiunge il suo massimo splendore tra il IV e VI secolo, per cedere poi il posto all’arte bizantina.
I primi cristiani erano perseguitati, celebravano la Messa nascosti nelle catacombe e usavano le figurazioni pagane per alludere alla fede cristiana. Ecco alcuni esempi di arte paleocristiana: il personaggio mitologico, cantore e poeta, di ORFEO si usava per alludere a Cristo; la FIGURA ALATA raffigurava l’angelo; i MOTIVI NATURALISTICI di Bacco rappresentavano la vite ed i tralci, cioè Cristo e i suoi seguaci: “Io sono la vite, voi siete i tralci” (Gv 15,1); anche il pesce rappresenta Cristo in quanto le lettere che compongono la parola PESCE in greco ΙΧΘΥΣ (ichthys) formano un acrostico, cioè sono le iniziali delle parole “Gesù Cristo Salvatore Figlio di Dio”: “Ἰησοῦς Χριστὸς, Θεοῦ Υἱὸς, Σωτήρ” (Iēsous Christos, Theou Yios, Sōtēr). Pure le lettere X e P intrecciate insieme indicano Cristo. Si tratta del monogramma di Cristo ed è formato dalle prime due lettere della parola greca “Χριστός”, “Christòs”.
Io personalmente ho notato questo monogramma nella nicchia della seconda grotta, come avrete modo di vederlo evidenziato in una delle mie foto di questo album. Mentre alla base del monogramma, padre Rocco Predoti, teologo e parroco della Chiesa del Sacro Cuore di Catanzaro Lido, pur non vedendo la grotta di persona e dunque basandosi sulla mia foto, ha intravisto il pesce acrostico.
Ritornando alla tesi del prof. Cosco, il graffito potrebbe rappresentare l’Annunciazione, prendendo come paragone il mosaico dell’Annunciazione dell’arco trionfale nella Basilica di Santa Maria Maggiore di Roma. Nel graffito si scorgono gli edifici laterali, la colomba con la testa in giù, così come sono presenti nel mosaico di Roma.
Nella prima grotta ho notato in una piccola nicchia, la croce sul Golgota. L’archeologo Domenico Benoci ha spiegato che si tratta del calvario e quindi della presenza delle altre due croci accanto a quella di Cristo e alla base si intravvede il cranio di Adamo. Secondo la tradizione ebraica, il Golgota, che significa “luogo del cranio”, è il luogo della sepoltura di Adamo. Simbolicamente il cranio alla base della Croce indica il peccato causato da Adamo, mentre Gesù è il nuovo Adamo che attua la grandiosa opera della redenzione mediante la sua morte. Questa grotta potrebbe salire all’VIII secolo.