Quando si scava sul territorio calabrese, riemerge la nostra storia!
È accaduto di recente in una proprietà privata, località Ceraso, in agro di Squillace (CZ).
La segnalazione è avvenuta da parte dei proprietari dopo aver iniziato i lavori per piantare degli agrumeti.
Ad occuparsi degli scavi archeologici è il Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana (PIAC) in convenzione con l’Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace.
Il PIAC fu fondato nel 1925 per volontà di Pio XI. Organizza una serie di iniziative scientifiche che servono alla formazione degli studenti tramite scavi didattici, progetti di musealizzazione o eventi internazionali. Conserva circa 1600 acquerelli, che riproducono altrettanti monumenti iconografici paleocristiani. Conserva la collezione epigrafica, che fu di proprietà dell’archeologo G.B. de Rossi. La collezione si compone di 163 iscrizioni, in grande maggioranza pagane (otto solo sono le cristiane e una giudaica). I testi risalgono per lo più dal I al III secolo d.C. L’Istituto possiede anche una propria casa editrice.
Il nome del progetto che segue la campagna di scavo è Vivarium Project, di cui i direttori scientifici sono gli archeologi Gabriele Castiglia e Domenico Benoci. Si tratta del secondo scavo archeologico.
“Vivarium” è il nome di uno dei monasteri fondati dal politico, letterato, storico di Squillace, Cassiodoro, una specie di Urbis Religiosa composta da un cenobio, una biblioteca, un’accademia per gli studi e la trascrizione di testi latini e greci e per la produzione di testi nuovi.
Lo scopo del progetto è individuare i luoghi in cui ha vissuto Cassiodoro. Come afferma il segretario del PIAC, Carlo Dell’Osso, il progetto nasce all’interno dell’idea di beatificare Cassiodoro e di creare opportunità economiche e sociali per il territorio.
L’apertura della sessione di inchiesta diocesana del processo di beatificazione e canonizzazione di Cassiodoro, nell’archivio storico di Squillace, avvenne nel 2020.
Dagli scavi archeologici è emerso una parte di una grande villa romana, l’impianto termale. Si trattava di una villa rurale con varie fasi di vita. Potrebbe risalire tra il I ed il II secolo d.C., periodo da meglio definire. Fu trovata una sepoltura con una fibbia, che in base alle sue caratteristiche, potrebbe risalire al VI secolo, periodo in cui visse Cassiodoro. Secondo Castiglia, probabilmente in un certo momento, la villa rientrò tra le proprietà di Cassiodoro. Secondo Benoci, la villa potrebbe estendersi per circa un ettaro. Furono rinvenuti anche frammenti di vasi in terracotta.
Per ora il sito è chiuso e protetto, in attesa di futuri interventi, con l’auspicio di creare un nuovo parco archeologico!