La Missione Archeologica Italiana a Erimi, sull’isola di Cipro, è un progetto dell’Università di Siena, in stretta collaborazione con il Department of Antiquities, Cyprus. Il programma di ricerca italiano, attivo da oltre quindici anni, beneficia della partnership con istituzioni locali, centri di ricerca internazionali e conta sul costante sostegno del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e il supporto dell’Ambasciata Italiana a Nicosia.L’indagine sistematica di questa comunità dell’Età del Bronzo Medio (2000-1600 a.C.) ha permesso di portare alla luce un atelier artigianale destinato alla produzione di tessuti situato sulla sommità della collina sulla quale si sviluppa il quartiere domestico e in cui troviamo spazi di vita e di riunione familiare. Una ampia area funeraria si estende all’esterno dell’abitato.Fra le molte novità apportate dalla ricerca sul campo promossa dalla missione italiana si segnala la recente scoperta di un sacello, uno spazio sacro all’interno dell’atelier artigianale.Il sacello è costituito da una serie di ambienti che si aprono su una corte e dal maggiore di questi proviene un monolite arrotondato alla sommità che misura 2.30 m. di altezza. Rinvenuto in crollo sul pavimento, il monolite ha distrutto una grande anfora che doveva originariamente trovarsi ai piedi della stele eretta e, a sua volta, di fronte a un focolare circolare incassato nel pavimento.Nel suo insieme questo ambiente sembra essere destinato alla performance rituale e l’assenza di confronti con strutture analoghe lo rende il più antico spazio sacro costruito sin qui trovato sull’isola. La funzione e il valore culturale di questo spazio sacro sono di grande significato proprio per la collocazione all’interno di un complesso produttivo, la cui attività sosteneva economicamente e coinvolgeva simbolicamente l’intera comunità.Un’altra importante novità è rappresentata dalla scoperta di un’imponente cinta muraria. Fondata direttamente nella roccia della collina, questa struttura doveva ergersi per almeno 2 metri con uno zoccolo di muratura in pietra e un elevato in legno e argilla che oggi non si è conservato. Questa imponente cinta che abbracciava l’intero abitato separandolo dalla area funeraria e di cui sin qui è stato scavato un tratto di 80 metri costituisce un’operazione edilizia straordinaria e una altrettanto notevole iniziativa sociale. Almeno due secoli prima che a Cipro emergessero centri urbani fortificati, la costruzione della cinta muraria a Erimi riflette, infatti, un impegno collettivo per la comunità, indica la necessità di protezione ma, al tempo stesso, esprime la sua coesione e il desiderio di organizzare e ‘monumentalizzare’ gli spazi comuni. Il muro è un’espressione di difesa ma anche di ostentazione da parte di una comunità all’apice della sua crescita economica.