Il curriculum di Santo Versace è il classico curriculum da primo della classe, un giovane imprenditore che scala la montagna della finanza internazionale con la stessa nonchalance con cui suo fratello diventava la star mondiale della moda. Dopo la morte di suo fratello Gianni Versace dà vita alla Fondazione Santo Versace in difesa degli ultimi.
Per l’Università della Calabria sarà un vero e proprio evento internazionale, data la statura e lo spessore professionale dello “studente” che lunedì mattina, 10 marzo alle ore 11 in Aula Magna, riceverà dalle mani del rettore Nicola Leone la Laurea Honoris Causa in Ingegneria Gestionale, la seconda Laurea Honoris Causa decisa dalla Facoltà di Ingegneria dopo quella di Silvio Berlusconi. Era, allora, il 27 novembre del 1991.
Una laurea honoris causa a Santo Versace, quindi, per la sua straordinaria carriera imprenditoriale nell’industria della moda e nella promozione del “Made in Italy” nel mondo. Francamente non si poteva scegliere “eccellenza” migliore, data la storia non solo di Santo Versace, ma dell’intera dinastia dei Versace, il cui nome oggi è in ogni angolo della terra sinonimo di bellezza e di tradizione tutta italiana. Una saga la loro che è anche una favola, una storia di successo, una pagina tutta italiana, che fa di Santo Versace ancora oggi uno dei punti di riferimento assoluti della moda nel mondo.
Gianni Versace e Santo Versace, due fratelli siamesi, ma senza Santo Gianni si sentiva sempre più solo. Il loro è stato un lungo viaggio nel tempo, che inizia a Reggio Calabria e che li porta insieme a Milano, e poi alla conquista del mondo intero.


Quella di Santo Versace è la storia di un uomo, che di vite ne ha vissute mille, “ha maneggiato il potere, la ricchezza, la fama, non ha avuto paura di rischiare, credere nei sogni e nelle passioni, è stato capace di pensare in grande e attraversare le avversità senza farsi spezzare”. E che soprattutto non è mai fuggito dal suo ruolo: quello di fratello maggiore. Ha saputo affiancare Gianni per tutta la vita e tradurre la sua arte in quell’azienda che i tre fratelli insieme, Donatella insieme a loro, hanno poi trasformato in mito.
Santo Versace è davvero ancora un grande protagonista del mondo dell’economia internazionale, un uomo di un carisma che si respira nell’aria dovunque lui arriva, e di una personalità da urlo. Ha tenuto dritto il timone della famiglia anche nelle notti più buie, quando i dolori e le difficoltà hanno travolto tutti loro, soprattutto dopo la morte di Gianni, e la sua oggi, come quella della sorella Donatella Versace, non è solo la storia di un uomo o di una donna, ma è anche quella del cognome che portano, i “Versace”.
Il curriculum di Santo Versace è il classico curriculum da primo della classe, un giovane imprenditore che scala la montagna della finanza internazionale con la stessa nonchalance con cui suo fratello diventava la star mondiale della moda.
Santo Versace, nasce a Reggio Calabria il 16 Dicembre 1944, ma viene registrato all’ufficio anagrafe solo il 2 gennaio 1945. Allora poteva anche accadere. Ed è a Reggio Calabria che incomincia a occuparsi degli affari di famiglia, già dal 1958, coltivando nel frattempo anche la passione per lo sport. Campione di basket nella Viola Reggio Calabria in serie B, da ragazzo ha anche fatto politica, esordisce nel Partito Socialista Italiano, diventa vicesegretario provinciale del partito, nel 1968 si laurea in Economia e Commercio all’Università di Messina e trova il suo primo impiego alla filiale di Reggio Calabria della Banca di Credito Italiano, per poi aprire uno studio di commercialista a Reggio Calabria. Nel 1976 si trasferisce poi definitivamente a Milano, dove inizia a lavorare a tempo pieno con il fratello Gianni nel campo della moda. Un anno dopo nasce ufficialmente la Gianni Versace SpA, di cui Santo è presidente dalla data di costituzione e fino al 2004, possedendo una quota del 30%. Negli anni ’90 trova anche il modo di lavorare in televisione per la Syndication Italia 7, partecipando come voce fuori campo alla trasmissione di seconda serata Le altre notti. Nel 1998 diventa azionista della Viola Basket di Reggio Calabria, società sportiva della sua città, e l’occasione è ideale per ritrovare i meglio della sua infanzia reggina tra amici e tifosi che lo considerano uno straordinario benefattore e mecenate dello sport.
Dal giugno 1998 all’ottobre 1999 diventa “Presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana”, e poi presidente di Operation Smile Italia Onlus. Alle elezioni politiche del 2008 viene eletto alla Camera dei deputati nelle liste del Popolo della Libertà nella circoscrizione Calabria. Il 26 luglio 2011, durante l’iter di approvazione del disegno di legge volto a introdurre l’aggravante di omofobia nel codice penale italiano, esprime il suo voto contrario alla pregiudiziale di costituzionalità proposta da Rocco Buttiglione e sostenuta dalla maggioranza. Il 29 settembre dello stesso anno lascia il Popolo della Libertà con una lettera indirizzata al capogruppo alla camera Fabrizio Cicchitto e al Presidente della Camera Gianfranco Fini, aderendo al gruppo misto. Segno questo di una personalità forte, di uno spirito libero, e di un carattere eternamente ribelle ai soprusi o peggio ancora alle imposizioni delle lobby della politica.
Ma prima di lasciare definitivamente Montecitorio Santo Versace lascia un segno indelebile del suo percorso politico e della sua esperienza di parlamentare, dando il suo nome alla famosa “Legge Reguzzoni-Versace”, che firma e propone insieme al deputato leghista Marco Reguzzoni, e che nei fatti disciplina l’etichettatura “Made in Italy” e introduce l’obbligo della tracciabilità delle lavorazioni tessili. Una vera e propria rivoluzione nel mondo dell’economia e dell’industria.
Il 9 marzo 2014 viene eletto per acclamazione Presidente dell’Assemblea Nazionale di “Fare per Fermare il Declino”, e dal 2015 al 2016 entra a far parte della direzione nazionale di Italia Unica, movimento politico dell’ex ministro Corrado Passera. Poi l’addio alla politica e il suo esordio come saggista e scrittore della storia di famiglia.
Un cerchio che si richiude su sé stesso, per ricominciare immediatamente dopo “da dove eravamo partiti”. Lunedì arriva dalla sua terra di origine, la Calabria, la “beatificazione accademica” di questa vita interamente spesa al servizio del Made in Italy nel mondo.
Alla cerimonia in programma all’Università della Calabria interverranno Francesca Guerriero, direttrice del dipartimento di Ingegneria meccanica, energetica e gestionale (Dimeg) e Giuseppina Ambrogio, coordinatrice del corso di laurea in Ingegneria gestionale. La “laudatio” sarà tenuta dal professore Luigino Filice, ordinario di Tecnologie e sistemi di lavorazione presso il Dimeg, e a rappresentare il mondo delle imprese sarà Francesco Cicione, presidente di Entopan.

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