L’esposizione agli inquinanti atmosferici è un problema serio per la salute pubblica in quanto essa si correla direttamente con l’insorgenza di malattie croniche come l’asma, il cancro ai polmoni e le malattie cardiovascolari. In base a calcoli recenti sembra che l’inquinamento atmosferico uccida circa 9 milioni di persone ogni anno, e non a caso l’Organizzazione Mondiale della Sanità lo ha definito come uno dei più grandi problemi per la salute ambientale.
Da notare sono alcuni studi che suggeriscono un legame tra l’esposizione a piccoli inquinanti atmosferici, noti anche come “particelle PM2.5”, e lo sviluppo delle demenze. Altri ricerche invece sottolineano come ci sia un aumento del 17% nell’incidenza della demenza per ogni 2 microgrammi in più nell’esposizione annuale a questo tipo di particelle.


Ancora più inquietante è un altro studio recente in cui e’ stato esaminato l’effetto che l’esposizione agli inquinanti atmosferici ha sulla salute del cervello gia’ in tenera eta’. I risultati dimostrano che nei soggetti esposti a tali inquinanti il danno cerebrale inizia nell’utero e continua in età pediatrica, e che quando l’individuo raggiunge la metà o la fine dei vent’anni il cervello ha già accumulato una quantità di patologie e danni irreversibili che tipicamente si riscontrano in soggetti adulti con malattia di Alzheimer o il Parkinson.


Mentre alcuni paesi come gli Stati Uniti hanno annunciato un nuovo e più basso standard annuale di qualità dell’aria ambiente per le particelle PM2.5 da 12,0 mg/m3 a 9,0 mg/m3, si stima che quasi il 90-95% della popolazione mondiale è o è già stata esposta da decenni a livelli dannosi di queste particelle. Sebbene i meccanismi attraverso i quali questi inquinanti influenzino il danno cerebrale e il rischio di demenza non siano del tutto noti, poiché essi attraversano facilmente la placenta e la barriera ematoencefalica, possono esercitare un impatto deleterio diretto sul cervello a qualsiasi età.
Questi nuovi dati dovrebbero convincere i governi che una ridotta esposizione all’inquinamento atmosferico può avere un’influenza positiva sulla salute pubblica contribuendo a ridurre l’incidenza di molte malattie corniche tra cui anche la demenza sia nei giovani che negli adulti. È imperativo lavorare per un futuro migliore per noi stessi e per le generazioni che verranno, adottando azioni individuali e collettive come camminare a piedi, andare in bicicletta o prendere i mezzi pubblici invece di guidare, con l’obiettivo di contribuire alla riduzione dell’inquinamento atmosferico.


Per finire vorrei accennare ad un’altra fonte importante, ma spesso trascurata, di queste particelle PM2.5: gli incendi boschivi. Studi hanno dimostrato che in quasi il 90% di questi casi gli esseri umani ne sono responsabili. Questo è un’altra area in cui ognuno di noi può fare qualcosa semplicemente seguendo alcune regole volte a ridurne il rischio degli incendi. Come ad esempio: accendere un falò sempre in un luogo aperto e lontano da sostanze infiammabili, parcheggiare i veicoli lontani da aree con erba secca, o fare scintille il più lontano possibile dalla vegetazione secca.
Non c’è dubbio che tutti noi possiamo e dobbiamo impegnarci anche nel nostro piccolo a raggiungere l’obiettivo di ridurre l’inquinamento atmosferico con il goal finale di abbassare l’incidenza di malattie croniche che hanno un pesante costo sociale ed economico a tutti i livelli ed in ogni parte del mondo.

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