ABSTRACT
Forme devozionali: dai Lares romani al cristianesimo medievale dallo studio che sto conducendo insieme al mio amico Franco Torchia presidente del Centro di Cultura e Tradizioni popolari di Francavilla Angitola.
Il recupero e la valorizzazione del patrimonio storico e della tradizione di un luogo passa anche attraverso la lettura, lo studio a più livelli (antropologico, religioso, artistico, sociologico, psicologico). Tempietti, cunetti, nicchie murarie, cone ecc. segnano luoghi votivi dentro e fuori la casa e il paese, lungo tragitti spaziali che affondano la propria origine nella storia delle immagini, dei simboli culturali della memoria, dei processi identitari, di un sentire mitologico, inteso come narrazione di fatti trasmessi oralmente e che hanno segnato necessità esperienziali intesi come esigenza di vivere il potere spirituale che l’edicola facilità come strumento di intercessione, luogo di preghiera privilegiato, simbolo di meditazione. Se da un lato il Concilio di Efeso del 431 condannò queste forme pagane di culto, con il Concilio di Nicea del 787, l’immagine, il luogo fisico, vengono viste come veicolo che aiuta ed alimenta la fede cristiana.
Edicola dal latino Aedicula (diminuitivo Aedes) significa tempietto; da qui l’origine medievale cristiana di costruire piccoli tabernacoli (alcuni anche con forme architettoniche apprezzabili) al fine di ospitare immagini sacre, statuette votive ma, allo stesso tempo, segnano ipotetici passaggi o soste di santi quanto di luoghi di apparizioni seconda una narrazione popolare di origine incerta. In epoca romana ogni casa aveva una nicchia o un angolo (larario) dedicato ai Lari dove venivano collocati immagini o piccole statue di divinità a protezione della casa e dei suoi abitanti. All’inizio i Lari venivano indicati come protettori dei campi (lari campitali) e delle vie (lari viales) o a crocevie (lari compitali). Ancora oggi in alcuni paesi dell’angitolano come Maierato questa lettura è presente seppure modificata secondo un senso più religioso che di richiamo a divinità greco-romane.
Dal paese alla campagna segnano l’itinerario verso caseggiati, ruderi di case e di chiese, di sentieri e crocicchi al passaggio dai quali con il segno della croce ci si ingraziava il passaggio incolume e allo stesso tempo si auspicava la benedizione per affrotare una giornata nei campi senza pericoli di sorta.
Icone votive, storia e cultura di una devozione popolare che ha segnato costumi e comportamenti e che ancora oggi, in modo anonime dove queste sono presenti vengono posti dei fiori o si accende un lumino…non si sa mai!