Il viaggio nell’Italia Meridionale ci ha portati nuovamente a Montesarchio nella provincia di Benevento. Qui, oltre al museo archeologico del quale abbiamo parlato, troviamo la Torre che per diversi mesi ha ospitato patrioti e oppositori al re Borbone provenienti anche dalla Calabria. Il luogo è famoso per avere imprigionato Carlo Poerio, patriota italiano e deputato del Regno d’Italia e Sigismondo Castromediano. Poerio e Castromediano furono alcuni dei tanti oppositori al re Borbone Ferdinando II ma altri calabresi condivissero con lui le celle della Torre di Montesarchio. Saverio Burini da Vibo Valentia, Antonio Garcea da San Nicola da Crissa, Domenico Lo Presti da Pizzo Calabro, Giuseppe Mistorini da Belvedere Marittimo, Nicola Palermo da Grotteria, Giuseppe Perri da Catanzaro, Pasquale Staglianò da Chiaravalle Centrale e Leone Tuzzo da Scilla. Se degli altri troviamo notizie quasi localistiche che li vedono impegnati nella rivolta antiborbonica, nel caso di Antonio Garcea lo ritroveremo più tardi nelle fila dei Garibaldini che libereranno il Meridione e consegnaranno ai Piemontesi l’Italia. Nicola Palermo, invece, dopo l’Unità di’Italia, dal 1863 e per oltre dieci anni, ricoprì diversi incarichi pubblici tra cui quello di Prefetto di Polizia a Firenze. Altra figura calabrese importante è Pasquale Staglianò fu nominato comandante della guardia nazionale della di Chiaravalle. Prese parte alla spedizione dei Mille. Dopo l’Unità d’Italia Staglianò entrò in politica, prima da assessore comunale supplente ad Avellino dove si stabilì, poi da fu eletto sindaco della città, incarico che ricoprì per più di un anno, risanando il bilancio comunale e restando in prima linea nel combattere una epidemia di colera.