Tempo di rientri nelle città e nelle nazioni che hanno ospitato i milioni di calabresi che per garantirsi un futuro migliore hanno dovuto lasciare la propria terra. Ogni anno alla partenza, a dire il vero sempre di meno chi frequenta la Calabria in estate, si ripensa al passato, a quello che poteva essere se la mentalità fosse differente e di conseguenza le opportunità lavorative di una terra che ha molto da offrire. Si pensa alle migliorie delle quali la nostra Calabria avrebbe bisogno per essere al passo con nazioni e regioni che hanno fatto del turismo uno sviluppo territoriale. Si pensa al mare sporco che fa più notizia di quello bello, dell’assenza di infrastrutture degne di questo nome, di servizi soprattutto da e verso l’entroterra, i mezzi di trasporto poiché senza una macchina si rimarrebbe solo nel punto di arrivo a meno che non ci sia qualche familiare o amico volenteroso che vuole condividere qualche ora insieme. Fino adesso sta reggendo il turismo di rientro, no una novità per la Calabria, nonostante il Ministero degli Affari Esteri si sia accorto solamente ora promuovendo il Turismo delle Radici. Lo avrebbe fatto 30 anni fa, forse scriveremo un’altra storia. I Calabresi che vivono fuori, tornano sempre di meno, in particolare nei paesi e dall’estero, segno che qualcosa non funzioni a dovere. Eppure la Calabria ha un alto numero di emigrati sparsi nel mondo. Sono ancora i giovani che se ne vanno, quelli che animano le serate estive e i paesi, cosi come avveniva negli anni Cinquanta e Sessanta, le due grosse ondate di emigrazione che di fatto hanno spopolato i paesi e la Calabria. Le opportunità lavorative e di crescita scarseggiano, dunque si cercano giustamente altre mete. Ai giovani un messaggio per una sfida chiamata vita:
Rincorrete sempre i vostri sogni, in qualsiasi angolo della terra. Andate dove state bene, non solo economicamente ma anche emotivamente e ci siano delle opportunità di crescita. Al giorno di oggi le distanze sono annullate. Diffidate di chi, con la pancia piena, magari con una bella pensione da godersi, casa di proprietà e vita modesta, vi esorta a restare, ma poi scopri che non ha fatto niente nell’arco della sua vita per cambiare la Calabria, anzi l’ha peggiorata promuovendo per uso personale le partenze e lasciando solo macerie. Lasciare la propria terra non e’ una vergogna, ma una sfida verso un mondo che fuori dal Pollino o dallo Stretto di Messina e’ tutt’altro. Un mondo bello da vivere, con opportunità e sogni che si possono realizzare. Certamente con sacrifici, ma si può. Un mondo dove chi conta o ha delle influenze non ti blocca solo perché non sei un suo amico o hai una visione del mondo e delle cose differenti dalla sua. Dunque abbiate coraggio, perché ognuno di voi potrà farcela e vale la pena provarci. Male che vada si tornerà a casa più ricchi di prima, questa una garanzia. Siate e sentitevi LIBERI.