Facciamo un piccolo passo indietro nel nostro viaggio tra gli scrittori calabresi e ci fermiamo al 1290, anno in cui a Seminara, nella provincia di Reggio Calabria, nasce Bernardo Massari , detto anche Barlaam di Seminara o il Calabro. Matematico, filosofo, vescovo cattolico, teologo e studioso della musica italiano, scrisse anche di aritmetica, musica e acustica.

Uno dei più convinti fautori della riunificazione fra le Chiese d’Oriente e d’Occidente, da molti è considerato insieme ai suoi due allievi Leonzio Pilato e Boccaccio uno dei padri dell’Umanesimo.

Come un comune cittadino calabrese riesce a influenzare un pensiero di livello mondiale.
Un grande merito lo ha avuto la chiesa e gli studi che permise a Barlaam di assimilare nuove conoscenze. Studiò e fu ordinato sacerdote nel Monastero greco cattolico di Sant’ Elia de Capasino (attuale Cubasina) in Galatro, sempre nella provincia di Reggio Calabria, per poi lasciare la regione alla volta di Bisanzio, dove completò la sua istruzione.

Cubasina oggi


Il suo successo come filosofo, sembra sia legato alla gelosia da parte dell’umanista bizantino Niceforo Gregora. Nel 1333, nell’ambito delle trattative per la riunificazione tra le due Chiese di Oriente e di Occidente, a Barlaam fu affidata la difesa delle ragioni greche; in tale occasione sviluppò le sue critiche verso l’esicasmo e a sottolineare la differenza di valore tra la teologia scolastica e la contemplazione mistica.

Barlaam fu protagonista di una violenta polemica contro i metodi ascetici e mistici di alcuni monaci dell’Athos e del loro sostenitore Gregorio Palamas. Affermò che la luce del Tabor doveva essere creata poiché Dio e la sua luce non possono essere visti dall’uomo, essendo Dio assolutamente inconoscibile. Inoltre, accusò i monaci athoniti di essere “omfalopsichi”, vale a dire coloro situavano l’anima nell’ombelico. Alcuni monaci aveva vissuto l’esperienza mistica di questa luce dentro di sé e gli si opposero con veemenza.

Il dibattito divenne sempre più acceso fino a culminare in un concilio generale nel 1341 alla fine del quale Barlaam venne costretto a sospendere ogni futuro attacco verso l’esicasmo.

Nel 1339 fu inviato dall’imperatore Andronico III Paleologo in missione diplomatica a Napoli, Avignone e Parigi per sollecitare le corti europee ad una crociata contro i turchi. In quell’occasione costruì delle relazioni e una rete di amicizie su cui poté fare conto quando, in seguito alla decisione conciliare, decise di lasciare Bisanzio e tornare in Occidente.

Barlaam, trasportando uno zaino a spalla, attraversa un fiume
1469

Tornò in Calabria nel luglio 1341 e prosegui il suo viaggio fino a Napoli, dove aiutò, per la parte greca, l’umanista Paolo da Perugia nella compilazione della sua opera sulla mitologia dei pagani (Collectiones) e nell’ordinamento dei manoscritti greci della libreria angioina, che era in rapida espansione.

Nel 1342 ad Avignone conobbe Francesco Petrarca, a cui iniziò ad insegnare il greco. Il Petrarca si adoperò per fargli assegnare la diocesi di Gerace, così Barlaam fu nominato vescovo da papa Clemente VI il 2 ottobre dello stesso anno. La bolla relativa alla sua elezione al vescovato di Gerace riporta: “Monachus monasteri Sancti Heliae de Capasino Ordinis Sancti Basilii Militensis Diocesis, in sacerdotio constitutum”.
Barlaam fu maestro di greco e latino di Francesco Petrarca e Giovanni Boccaccio che diede un importante contributo, attraverso la riscoperta dei testi greci, anche a tutto ciò che non molto tempo dopo svilupperà il movimento umanista. È proprio l’umanista Giannozzo Manetti il primo a menzionare Barlaam nella sua biografia del Petrarca.

Francesco Petrarca

Nel 1346 Barlaam venne inviato in missione diplomatica dal Papa in un rinnovato tentativo ecumenico. Data la grande influenza di Palamas il tentativo, ancora una volta, si risolse in un insuccesso.
Fece ritorno ad Avignone dove morì il l’1 giugno del 1348.

La copiosa produzione di Barlaam è andata in parte perduta e di quella sopravvissuta la maggior parte è ancora inedita. Qualche opera legata a teologia, scienze e filosofia è arrivata ai nostri giorni. Tra questi un libretto di dissertazione contro il dogma occidentale della processione dello Spirito Santo.

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