Nell’anno del 140° dalla nascita del produttore calabrese, uno dei primi uomini del dialogo Usa-Urss, Francesco Misano, venerdì 8 novembre all’Università di New York si svolgerà un appuntamento promosso dall’ateneo Americano con la presentazione del volume edito dalla Cineteca della Calabria e curato da Eugenio Attanasio, Francesco Misiano cinema e rivoluzione nell’edizione inglese tradotta da Demetrio Iannone in collaborazione con la cattedra di Letteratura comparate e cinema con la prof. Eugenia Paulicelli.

l volume racconta la grande storia di Francesco Misiano, nato da Ardore in provincia di Reggio Calabria, che divento il più grande producer del cinema sovietico negli anni ’20 del novecento, protagonista di grandi imprese come quella di invitare a Mosca nel 1926 Douglas Fairbanks Junior e Mary Pickford per promuovere l’industria cinematografica e la casa di produzione, la Mezrabpom di cui era presidente.

L’opera di Eugenio Attanasio che si avvale della collaborazione di Antonio Renda per la ricerca iconografica e Gugliemo Sirianni per la grafica, si giova di prestigiosi contributi di Eugenia Paulicelli sulla figura della costumista del filma Aelita Alexandra Exter, di Demetrio Iannone che fa luce sugli ultimi controversi anni di vita di Misiano, di Domenico Levato.Il volume spazia dal Misiano scrittore e drammaturgo, al cinema prodotto dalle società di produzione, la Mezrabpom in Unione sovietica e la Prometheus in Germania, delle quali era responsabile e socio collaboratore, protagoniste della vita culturale, sociale e politica tra gli anni ‘20 e gli anni’ 30 del ‘900.

il personaggio Francesco Misiano, Francesco Misiano, è stato un politico e produttore cinematografico italiano.

Dirigente sindacale e politico socialista, fu un convinto antimilitarista negli anni della Grande Guerra. Accusato di diserzione, visse in esilio in Svizzera ed in Germania dove prese parte alla rivolta spartachista. Rientrato in Italia, fu eletto deputato nelle file del Partito Socialista nel 1919 e in quelle del Partito Comunista d’Italia nel 1921. In quegli stessi anni divenne uno dei primi obbiettivi dello squadrismo fascista che lo accusava di diserzione, disfattismo e tradimento. Ripetutamente aggredito e picchiato, fu persino cacciato con la violenza dalla Camera dei deputati da un gruppo di parlamentari fascisti il primo giorno della XXVI legislatura. Riconosciuto colpevole diserzione da un tribunale, fu dichiarato decaduto dalla carica di deputato. Costretto poi a fuggire all’estero per le costanti minacce alla sua vita da parte dei fascisti, riparò in Unione Sovietica dove lavorò nell’industria cinematografica.

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