Il nostro viaggio tra gli scrittori calabresi ci riporta indietro nel tempo. Ci fermiamo al 485, anno in cui a Scolacium, l’attuale Squillace nella provincia di Catanzaro, nasce Flavio Magno Aurelio Cassiodoro, una delle figure più importanti dalla Calabria, fino ai giorni nostri. Cassiodoro è stato un politico, letterato e storico romano, che visse sotto il regno romano-barbarico degli Ostrogoti e successivamente sotto l’Impero romano d’Oriente. Percorse un’importante carriera politica sotto il governo di Teodorico il Grande (493-526), ricoprendo ruoli tanto vicini al sovrano, da far pensare in passato a un effettivo contributo diretto al progetto del re ostrogoto.[2] Successore di Severino Boezio, oltre che consigliere, fu cancelliere del re e il compilatore delle sue lettere ufficiali e dei provvedimenti di legge; collaborò anche con i successori di Teodorico fino al 540.
Al termine della guerra gotica si stabilì in via definitiva presso la nativa Squillace, dove fondò il monastero di Vivarium con la sua biblioteca.
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L’origine del nome Cassiodoro è da ricercarsi in un luogo di culto dedicato a Zeus, situato nei pressi di Antiochia. Da una lettera scritta da Cassiodoro per Teodorico si hanno notizie sui suoi genitori,[4] così come su un parente di nome Heliodorus, prefetto a Costantinopoli per diciotto anni nella seconda metà del V secolo. Dall’antica origine della famiglia si può comprendere la scelta del Bruzio come nuova patria, essendo questa una zona della penisola italica culturalmente più vicina all’Oriente ellenistico. Si hanno notizie inoltre del bisnonno di Cassiodoro, definito «vir illustris» e del nonno Senatore; quest’ultimo fu tribuno sotto Valentiniano III, e in qualità di ambasciatore conobbe il re degli Unni Attila.
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Così come per i suoi familiari, le notizie sulla vita di Cassiodoro si desumono solo dalle sue opere.Le date di nascita e morte sono quelle indicate dal Tritemio (Johannes von Trittenheim, 1462-1516) nel suo De scriptoribus ecclesiasticis (Basilea 1494): Cassiodoro morì nel 575 “a più di 95 anni d’età”, e il menologio benedettino lo ricorda il 25 settembre. Da ciò si deduce che l’anno di nascita è il 480; conclusione cui era giunto, indipendentemente dal Tritemio, anche Carlo Tanzi nel suo studio sulle Variae. Per quelli che, come Theodor Mommsen, non ritengono attendibili i dati del Tritemio, le date di nascita e morte di Cassiodoro rimangono ipotizzate, principalmente grazie a quelle note dei suoi incarichi amministrativi; nonostante ciò molte cronache tendono a confondere alcuni dati della vita di Cassiodoro con eventi vissuti dal padre, attribuendo una grande longevità al letterato di Squillace.
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Di fronte all’avanzata bizantina Cassiodoro rimase dapprima in ritiro a Ravenna, luogo che offriva ancora una certa sicurezza; nel 540 la città fu conquistata dalle truppe imperiali, e da quel momento per dieci anni si perdono le sue tracce. Le alternative vagliate sono una permanenza a Squillace, dove però avrebbe avuto scarse possibilità di movimento, o una permanenza più lunga a Ravenna. Nel 550 lo si ritrova nel seguito di papa Vigilio a Costantinopoli, città nella quale potrebbe anche aver soggiornato, secondo una terza ipotesi, in un periodo precedente alla data conosciuta.
Rientrò nei Bruttii solo dopo la fine della guerra, attorno al 554; ritiratosi definitivamente dalla scena politica, fondò il monastero di Vivarium presso Squillace, in un periodo non meglio precisato. Si hanno anche per questa parte della sua vita pochissime informazioni, non si conoscono quindi le motivazioni che lo portarono alla creazione di questa comunità monastica né particolari sulla contemporanea situazione politica della penisola italica; per quanto riguarda la sua situazione personale, si può ipotizzare che non ebbe moglie né eredi diretti. Al Vivarium trascorse il resto dei suoi anni, dedicandosi allo studio e alla scrittura di opere didattiche per i monaci. Qui istituì uno scriptorium per la raccolta e la copiatura di manoscritti, che fu il modello a cui successivamente si ispirarono i monasteri medievali, come quelli Benedettini.
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Le opere di Cassiodoro del periodo di Teodorico da noi conosciute sono tre: le Laudes, la Chronica e l’Historia Gothorum. Della prima si sono conservati solo due frammenti, mentre della Gothorum Historia rimane solo un’epitome a opera dello storico Giordane. La Chronica racconta la “saga” dei poteri temporali di tutta la storia, dai sovrani assiri sino ai consoli del tardo Impero, passando ovviamente per tutta la storia romana. Rimane un frammento di un’ulteriore opera, l’Ordo generis Cassiodororum, la cui datazione varia tra il 522 e il 538 e che offre notizie sulla famiglia dell’autore. Tra la produzione di Cassiodoro occupano un posto speciale le Variae, raccolta di documenti ufficiali scritti tra il 537 e il 540, i quali forniscono quindi informazioni su differenti periodi della vita dell’autore e sulla storia dei Goti; a queste si può aggiungere il De Anima, opera per la prima volta lontana da interessi politici e invece basata su temi della spiritualità.
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Il terreno religioso è battuto anche dalla successiva Expositio Psalmorum, commento ai salmi di particolare importanza poiché unico esempio pervenutoci dal mondo tardo antico. Al periodo di Vivarium appartengono tra le opere a noi giunte, le Institutiones, le Complexiones in epistolas Beati Pauli e le Complexiones in epistolas catholicas, le Complexiones actuum apostolorum et in Apocalypsi e il De ortographia. La prima, senza dubbio l’opera più importante di Cassiodoro, è datata 560-562, un periodo in cui il centro monastico era sicuramente avviato; rappresenta sostanzialmente una “guida” per gli studi nel monastero, è ricca di informazioni sulla vita dei monaci e sulle opere intellettuali da loro compiute.
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