Bova ha una storia antichissima. Nel 1997, durante gli scavi eseguiti, furono rinvenuti schegge di ossidiana. Questo è prova di primitivi rapporti commerciali tra i popoli del bacino Mediterraneo, a partire dal IV millennio a.C.
Il nome Bova, Vùa in greco, è un nome latinizzato e indica il luogo per il ricovero di buoi.
Da lontano è possibile scorgere ciò che rimane del castello fortificato dell’anno 1000 con successivi rifacimenti nel periodo angioino, nella seconda metà del ‘200, e potenziato con gli Aragonesi nel ‘400. Si trova sulla cima del Monte Rotondo e parte di esso era scavato nella roccia. Oggi rimangono pochi ruderi ed è difficile ricostruire l’esatta planimetria. Si riescono comunque a distinguere 3 piani. Insieme al castello c’era anche la cinta muraria difensiva con 4 torri, delle quali ne rimane una circolare ad ovest, rispetto al castello. La base della torre è costituita da un anello di diametro più grande rispetto al resto della struttura. Del sistema difensivo si notano delle caditoie. In cima al castello, dietro la croce di cemento, è visibile un’impronta sul suolo attorno alla quale si narrano due leggende. Una leggenda vuole che la ragazza che riesce a calzare l’impronta, troverà il tesoro nascosto della regina. L’altra racconta di una contessa, Matilde Canossa, che ebbe in dono il castello dal pontefice Gregorio VII. La ragazza che riesce a calzare questa impronta sarebbe una sua discendente.
Bova fu una delle prime città della Calabria ad essere stata convertita al Cristianesimo nell’anno 10 d.C., grazie all’opera di S. Stefano di Nicea, primo vescovo di Reggio Calabria. Fu anche l’ultima città a celebrare il rito greco fino al 1572, quando il Vescovo Stauriano lo soppresse.
Particolare attenzione, ma anche curiosità desta la locomotiva a vapore che si trova in una piazzetta di Bova. Molti infatti si chiedono come possa essere stata trasportata lungo la strada che porta a Bova, in salita, stretta e tortuosa. Alcuni abitanti del luogo ci hanno riferito che tratti della strada furono allargati e fu necessario un giorno intero, e parte della notte, per portare la locomotiva fino al paese, su un camion e con l’ausilio di una ruspa. Questa locomotiva risale agli anni tra il 1911 – 22 e fu trasportata a Bova per volere del sindaco Foti nel 1988. Richiama le ferrovie ed i bovesi che lavorarono come ferrovieri.
Trovandosi a Bova, non si può fare a meno di gustare la famosa “Lestopitta”, una specie di pane azzimo, fatta con acqua e farina, fritta a forma di piadina. Come accade per le piadine, con cui però non devono essere confuse, le Lestopitte possono essere farcite a piacere con ripieno dolce o salato, oppure essere gustate anche solo con un po’ di sale sopra.