La storia dei “Giusti” che provengono da piccoli centri, nella maggior parte dei casi non viene riportata sui libri. Eppure la Calabria e paesini sono pieni di personaggi che hanno contribuito alla storia d’Italia. Uno di questi è il colonnello dei Carabinieri Domenico Marcello, un illustre emerito cittadino di Maierato. La sua storia è stata raccontata in un libro, edito da Libritalia, dall’antropologo Pino Cinquegrana con la presentazione del colonnello dei Carabinieri Luca Romano. L’Arma durante la Seconda Guerra Mondiale ha operato sul fronte russo con pari abnegazione e presero parte a tutti i combattimenti. L'alto contributo offerto dall'Arma alla Resistenza e alla guerra di liberazione, tali reparti, assegnati al “Corpo Italiano di Liberazione” e ai “Gruppi di Combattimento”, parteciparono alle sanguinose battaglie di Cassino e di Bologna e alla successive operazioni, fino alla completa liberazione del Paese; l'organizzazione della Resistenza nei territori occupati dai tedeschi, attuata sia dando vita a proprie unità partigiane, sia inserendo nuclei di Carabinieri volontari nelle altre formazioni clandestine. Nel Veneto operò la “Banda Marcello”, 220 uomini agli ordini del Colonnello Domenico Marcello. Innumerevoli gli episodi e gli atti di valore di cui i Carabinieri furono protagonisti in quel periodo. Domenico Marcello n
acque il 22 giugno 1893 a Maierato. Da Tenente a Capitano comandò la Tenenza di Verona e le compagnie di Mantova, Rimini e Trieste Interna. Dal maggio 1927 al giugno 1930 fu a disposizione della Divisione CC.RR. di Bengasi. Da Maggiore, dopo aver Comandato il Gruppo Carabinieri Reali di Matera e di Varese, partecipò alle operazioni militari nei ranghi del Regio Corpo Truppe Coloniali in Libia dal 29 luglio 1935 al 17 luglio 1937. Successivamente resse il Gruppo di Gorizia e ricoprì l’incarico di relatore presso la Legione di Firenze e quella di Tirana. Fu promosso Colonnello il primo gennaio 1941 e, dal 24 aprile dello stesso anno al 10 maggio 1944, comandò la Legione Carabinieri Reali di Padova. La vita e le gesta di Marcello, raccontate da Pino Cinquegrana, ci riportano alla memoria il desiderio di libertà di un popolo che ha sofferto, con la rivoluzione e partecipazione degli ambienti culturali, in quel caso veneto. Infatti, nel testo si evince come il colonnello maieratano persuase le persone in grado di influenzare il popolo e così nacque la “Banda Marcello”. Per prima cosa, da vero conoscitore di uomini, iniziò a selezionare gli elementi che gli garantivano maggior affidabilità e ad attribuire loro le più delicate mansioni. Creò un’aliquota addetta alle informazioni e alla propaganda mentre un’altra quota di uomini avrebbe dovuto collaborare direttamente con i principali rappresentanti del movimento di resistenza che andava delineandosi. Barcamenandosi tra ordini che potevano essere dati esplicitamente e direttive riservate, invitò i suoi uomini ad astenersi dal compiere ogni azione vessatoria o di rappresaglia che fosse stata richiesta dalle autorità occupanti, a proteggere e a nascondere i prigionieri alleati evasi dai campi di concentramento, a occultare armi e materiale bellico, a fornire supporto e assistenza ai militari del Regio Esercito o dell'Arma che erano sfuggiti alle prime deportazioni, ad aiutare i cittadini di fede ebraica e i ricercati politici a fuggire in Svizzera, a boicottare le disposizioni del Tribunale Provinciale Fascista. L'attività diretta dal Colonnello Marcello andò oltre, sino a prevedere, con la collaborazione del Tenente Satta della Regia Guardia di Finanza, una cassa deposito da utilizzare per sovvenzionare i militari più bisognosi aderenti al gruppo semiclandestino. A piccoli passi, agli inizi del 1944, la rete del Colonnello Marcello poteva essere considerata un’organizzazione ormai strutturata, che fiancheggiava quel movimento clandestino di resistenza perfezionatosi nel Comitato di Liberazione Nazionale, ma con il passare dei mesi l’azione nazifascista diventava sempre più pressante. Per il Comandante e i suoi gregari le condizioni per agire e celare il doppiogioco diventavano sempre più rischiose. Nell'aprile del 1944 alla Legione Carabinieri Reali di Padova fu richiesto un servizio di rastrellamento nella zona di Cittadella. La direzione dell’operazione fu affidata al Colonnello Marcello.Tutto il lavoro svolto sino ad allora rischiava di essere compromesso. Alla fine l’Ufficiale riuscì a declinare l’incarico e a far avvertire i membri del Comitato di Liberazione dell’imminenza e delle modalità del rastrellamento.