Una delle città che è stata interessata dall’emigrazione Calabrese è Melbourne, capitale dello Stato del Vittoria in Australia. Gli spostamenti verso l’Oceania da parte dei Calabresi solamente dopo la Seconda guerra Mondiale, una valida alternativa alle Americhe. Una delle città dove si trovano degli insediamenti è appunto Melbourne, fondata nel 1835 da John Batman. Il territorio però fu inizialmente abbandonato perché mancava di acqua potabile. I fondatori quindi si spostarono risalendo lo Yarra e raggiunsero il posto ora occupato dalla città. Il porto di Williamstown comunque continuò ad essere utilizzato come primo punto di approdo delle navi. La regione, conosciuta ora come Victoria, era abitata dalla popolazione indigena dei Kulin e contesa poi dagli inglesi e dai francesi.
Melbourne ebbe una grande crescita durante la Seconda guerra mondiale e nel periodo immediatamente seguente, quando una marea di immigrati, in primo luogo britannici e italiani, si riversò sulla città. Melbourne rimase il principale centro finanziario dell’Australia fino agli settanta, ma Sydney, già dagli inizi del secolo, la superò per popolazione.
Gli italiani si ritagliarono uno spazio nel quartiere di Carlton, uno dei quartieri più centrali della città , a nord del CBD. Il quartiere è estremamente dinamico e giovane grazie alla presenza dell’Università di Melbourne e del Royal Melbourne Institute of Technology (RMIT). Carlton è un quartiere pieno di storia con il Royal Exhibition Building che fu sede del primo parlamento australiano e il sito UNESCO dei Carlton Gardens. in particolare dal 1950 al 1965. Gli italo-australiani hanno avuto un impatto significativo sulla cultura, sulla società e sull’economia dell’Australia. Il censimento australiano del 2006 ha registrato 199.124 persone nate in Italia, e l’ascendenza italiana è la quinta più comune in Australia, con 852.418 italo-australiani. Gli italo-australiani, rispetto agli altri Paesi, hanno conosciuto un basso tasso di migrazione di ritorno verso l’Italia, probabilmente legato alla distanza tra i due Paesi.
Finita la guerra, l’immigrazione italiana in Australia riprese in modo ancor più massiccio rispetto al passato e, nel periodo che va dal 1949 al 2000, fu il terzo gruppo etnico per numero di immigrati dopo britannici e irlandesi con circa 390.000 persone provenienti da tutte le regioni della penisola, con un notevole apporto dal Veneto, Calabria e Sicilia. Secondo il censimento del 2006, Victoria ospita il numero più elevato di italo-australiani, intorno ai 200.000, dei quali, la maggior parte vive nei sobborghi situati nella parte settentrionale delle città di, Carlton, Coburg, Brunswick, Preston e reservoir. In Lygon Street vi è la più grande concentrazione di ristoranti italiani, ed anche il luogo di nascita della “cultura del caffè”. Melbourne.