Uno dei luoghi prese d’assalto dagli immigrati italiani e calabresi fu Boston negli Stati Uniti. La capitale del Commonwealth del Massachusetts è tra le più antiche d’America del Nord, fondata nel 1630 da un gruppo di coloni puritani provenienti dall’Inghilterra. È stata teatro di numerosi eventi della rivoluzione americana come il massacro di Boston, il Boston Tea Party, la battaglia di Bunker Hill e l’assedio di Boston.
L’arrivo dei migranti italiani, coincise con la costruzione della Cattedrale della Santa Croce, sede della arcidiocesi. Nel 1919 la città fu sede di una delle più singolari catastrofi del XX secolo, quando in seguito alla rottura di un serbatoio di melassa numerose strade della città furono inondate da quel liquido viscoso. L’evento, che provocò la morte di 21 persone e il ferimento di 150 è passato alla storia come l’inondazione di melassa di Boston.
A East Boston, quartiere popolare della città, c’è un colle che si chiama Orient Heights e che fu la destinazione dei primi immigranti italiani, durante gli anni 1860. Il centro statunitense dell’ordine Don Orione si trova a Orient Heights, con un santuario e una statua famosa della Madonna. Anche oggi Orient Heights è la zona di Boston più ricca di italofoni. Dopo Orient Heights, il North End è la zona che è più vicina al concetto di una “Piccola Italia”, con molti ristoranti anche se recentemente la vita culinaria è diventata più variata e diffusa in tutta la città, soprattutto nei quartieri benestanti di Back Bay e del South End.
Gli emigrati che si trasferirono a Boston appartenevano a classi sociali disagiate, erano analfabeti o scarsamente istruiti e non parlavano inglese. Nel corso della loro storia si trovarono a fronteggiare sfruttamento e discriminazioni, alle quali risposero talvolta con manifestazioni di protesta, organizzazione di sindacati ed attivismo politico, specialmente nel Partito Democratico. Ricevettero inoltre l’aiuto di organizzazioni di beneficenza locali, società di mutuo soccorso e programmi federali come la Works Progress Administration e il GI Bill. Dopo la seconda guerra mondiale, grazie a tali programmi molti hanno poterono frequentare il college e accedere alla classe media. Molti ottennero prestiti per la casa e si trasferirono in periferia. Il vecchio quartiere italoamericano di North End è stato ormai gentrificato, ma conserva in parte le sue caratteristiche originarie con la presenza di numerosi ristoranti italiani e con l’organizzazione di feste tradizionali. Nonostante l’esistenza di zone con una certa concentrazione di italiani, oggi rimangono pochi emigrati italiani e la maggior parte degli italo-americani è già assimilata. Thomas Menino è stato il primo sindaco italo-americano della città, in carica dal 1993 al 2014.