Con una grafia quanto mai incerta, l’emigrato racconta di tutto,
comunica ai familiari le nuove condizioni di vita “per il battesimo abbiamo fatto una festa al ristorante abbiamo invitato un centinaio di persone”; all’estero l’emigrato vuole sempre essere aggiornato della vita paesana e, allo stesso tempo, invia dollari, fotografie e aghi dalla cruna dorata “nella fotografia qui inclusa tu vedi la neonata che io tengo nelle mani è una orfanella
che fu adottata”. Da Detroit il parente emigrato nel ricevere la fotografia del cognato sottoline che “sulla fotografia tu appari dimagrito forse è l’effetto della guerra”. In famiglia ci si riunisce per leggere quel foglio inviato “via aerea”, spesso chiamando anche i vicini della ruga; ciò permette di stare, almeno con il pensiero, vicino ai figli e mariti “adorabile fratello finisco di leggere per più volte la tua desiderata lettera … la lontananza è
grande e ci dobbiamo confortare con la scrittura … mentre leggevo mi sono messa a piangere pensando al destino che ci ha toccato di essere lontani senza poterci vedere, però non si deve perdere la speranza che qualche volta ci possiamo abbracciare mentre per adesso ci
confortiamo con le lettere”. Ormai, giunti nel paese della “cuccagna” tutto è possibile poiché si lavora e si guadagna bene: comprarsi una casa, possedere una macchina, persino aprire negozi alimentari in proprio e diventare boss! In America ci si chiama con il nome mericano: Joe, Domingo, Philip.
Gli emigrati iniziano le loro lettere proprio come facevano i soldati di guerra. Si tratta di una formula introduttiva per rompere il ghiaccio ed iniziare la comunicazione: rispondo alla vostra cara lettera; vengo con questi pochi righi; spero che la presente vi trovi in ottima salute. Sullo stesso modello delle lettere raccolte dallo Spitzer, come una captatio benevolentiae, dopo una infinità di saluti per parenti e amici vengono chiuse con espressioni
tipo: salutami [si citano una infinità di parenti e amici]; vengo con gli affettuosi saluti. E, all’indomani, al tabacchino si comprava un foglio e una busta via aerea per 20 lire necessari per rispondere alla lettera ricevuta. Oggi numerose lettere fanno parte del contributo documentale all’interno di musei dell’emigrazione nelle Americhe e in quelli italiani.

Lascia un commento

Translate »