Tra i massimi scultori del bronzo, in Calabria, va assolutamente ricordato il Maestro Giuseppe (Pino) Farina nato a Monterosso Calabro, nella provincia di Vibo Valentia, il 18 agosto 1948. Il Professore Farina si consacra nel 2012, nel suo viatico artistico  in Vaticano, dopo il restauro quale responsabile artistico della Resurrezione di Pericle Fazzini installata nella sala Nervi per le udienze del Santo Padre. La sua è arte evocativa della cultura popolare le cui opere in bronzo diventano narrazioni bibliche ma anche sociali, della tradizione e dei fenomeni sociali come facilmente leggibili nelle sue sculture delle porte di cattedrali e di chiese, ma anche di monumenti che presentano il mondo contadino con i suoi strumenti di l’lavoro, il mondo artigianale e il tema dell’emigrazione. Proprio nell’omaggio all’emigrante come scrive lo storico, critico d’arte e giornalista Luigi Tallarico (2016:5) Giuseppe Farina ripercorre lo studio antropico della lettura sociale dell’evento-monumento (da monère che significa ricordare) e in esso ricostruisce il dramma, le tensioni, i tratti che riprendono dal vivo la scena vissuta dell’emigrante. In merito al tema dell’emigrazione, nel 2003, realizza il bronzo per il comune di Filogaso (Vibo Valentia) All’emigrazione e, nello stesso anno, quello per il comune di Falerna (Catanzaro) Omaggio agli Emigrati.

Michele Zappino classe 1949 di Zungri (Vibo Valentia), un piccolo paese prevalentemente contadino, sull’altopiano del Poro. Docente presso l’Accademia di Brera fino al 2008, la sua ricerca artistica coglie le storie della civiltà contadina segnata dal lavoro nelle terre intrisa di usi e costumi e fortemente caratterizzata da una proiezione di fede legata alle feste popolari, a fieri e mercati dove le maestrie presentano i propri lavori di un artigianato di cultura mediterranea. Artista impegnato nel campo della sperimentazione scultorea presentata in importanti mostre sia a livello nazionale che internazionale, con consensi positivi da parte della critica. Il suo studio nel borgo di Zungri è la narrazione che esalta la rappresentazione anatomica dei corpi, dell’esatta ricerca dei movimenti modellati secondo canoni classici e realistici di antiche società antropiche che hanno dato vita ai linguaggi multipli del Mediterraneo. Un percorso produttivo che rende vivo e reale l’accaduto storicizzandolo in plastica contemporaneità come nei monumenti dedicati all’emigrante  presenti nei borghi di Zambrone e di Zungri, centri che hanno vissuto il tema sociale del fenomeno emigratorio sia durante la “Grande Emigrazione” e quella successiva al secondo conflitto mondiale nelle Americhe e nelle nazioni europea nelle loro ricostruzioni post-belliche. Come scrive Teososio Martuccio (2022:6) Zappino elabora un duttile realismo che possiamo definire psicologico, attento al sentimento, alle sensazioni, alla vita reale dell’uomo.

Le opere di Antonio La Gamba richiamano il mito e la tradizione dei paesi di Calabria, ma anche simbologie di pensiero e lettura sociale lavora a Vibo Valentia, da tempo le sue opere impreziosiscono diversi comuni della provincia di Vibo Valentia, lasciando un segno tangibile di appartenenza di luoghi segnati da peculiarità storiche che appartengono allo stesso vivere delle comunità dove i suoi monumenti raccontano microcosmi dell’essere stati ma che comunque trasudano ancora nella vita quotidiana dei diversi borghi. A Maierato, nella provincia di Vibo Valentia il monumento all’emigrazione è rappresentato dalla “valigia”, debitamente legata da corde, l’artista di Vibo Valentia, pone in essere l’oggetto appartenuto a padri e figli, amici e parenti che hanno dovuto emigrare alla ricerca di lavuru e pani. Scrive il maestro La Gamba “la valigia carica è gonfia dei ricordi tenuti stretti da queste corde che lacerano l’animo perché, al di là dei tempi che cambiano, la nostalgia del proprio paese rimane anche a migliaia di chilometri di distanza. Si rimane attaccati alla piazza, al bar, agli amici, alle feste dei santi, agli odori, ai muri screpolati delle case abbandonate. La ricerca sui nostri emigranti mi ha dato la possibilità di ricordarne alcuni e tra questi quella del grande Enotrio che, nelle strade vuote e abbandonate, ha reso l’abbandono e la malinconia dei nostri paesi muti o quella dell’amico poeta Enzo Rapisarda che, dentro la sua valigia, ogni volta che partiva, avrebbe voluto metterci la casa, i suoi amici, la terra con i suoi odori ed il mare che non divide ma unisce”. L’opera artistica di Maierato è stata sponsorizzata dai fratelli Giovanni e Antonio della ditta “Domenico Cugliari – Made in Italy” in ricordo dei genitori.

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