“Un frammento di un tempo lontano, un reperto di grande valenza storica che però pochi conoscono pur avendolo sotto i propri occhi ogni giorno. Esso è ,infatti,posto a fianco della porta carraia del Castello di Vibo Valentia sede del museo archeologico “Vito Capialbi”. A prima vista può sembrare una comune colonna…in realtà è meglio noto come “Il Cippo di Sant’Onofrio”. Che cos’è esattamente? Beh, è un cippo miliario risalente alla fine del II secolo a.C. rinvenuto nel 1952 in contrada Vaccarizzu di Sant’Onofrio, comune alle porte di Vibo Valentia. Il reperto fu ritrovato in giacitura primaria in un tratto di lastricato romano poggiante su uno strato di pietre profondo 60 cm. E sì ,perché il cippo posizionato a 4 miglia di distanza dalle mura della città indicava la distanza di 260 miglia tra Capua e la colonia latina di Valentia (corrispondente all’odierna Vibo Valentia). Il cippo è l’unico documento epigrafico rinvenuto in connessione topografica con la strada “ Annia Popilia” meglio nota come “Via ab Regio ad Capuam” una importante strada romana costruita nel 132 a.C. per volere del console “Publio Popilio Lenate” affinché congiungesse stabilmente Roma con la “Civitas foederata Regium”, estrema punta della penisola italica. Il cippo di Sant’Onofrio è stato quindi considerato fondamentale per l’identificazione della strada “Annia Popilia” nel suo passaggio lungo la colonia di Valentia. Sulla porzione superiore del cippo è scolpita, come dicevamo prima,la distanza da “Valentia” a “Capua” e il nome Tito Annio (Rufo), identificato come pr(aetor) cioè il console che completò la strada”.
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